L'IMPORTANZA DELLO STILE NELL'ARTE
L'artefice, qualunque sia lo strumento di cui si serve, non può raggiungere la suprema espressione di ciò ch'egli sente e di ciò ch'egli pensa se non con lo stile; che è appunto il simbolo perfetto, l'indistruttibile impronta del genio su la materia dominata.
Intorno all'essenza dell'arte, un modernissimo ha scritto, nella prefazione al suo ultimo libro, che l'opera artistica, per essere perfetta, deve non imitare ma continuare la natura.
L'artista alla vigilia del capolavoro si è già trasformato, si è già identificato con la natura; egli opera senza coscienza, è uno strumento cieco mosso da una mano invisibile. Ma la natura che per sé sola non può giungere all'idea, come con le sue forme non può giungere allo stile, aiutata dall'artista vede realizzato ciò che era nelle sue aspirazioni, e si vede superata nell'opera del genio.
Il capolavoro del genio è la natura continuata nelle sue aspirazioni verso la bellezza.
Soltanto lo stile può rendere le forme di un'opera d'arte superiore alle forme della natura e fissarle per l'eternità.
Per il nostro critico (riferendosi ad Angelo Conti), ogni grande artista è figlio della natura, è un prodotto spontaneo della vita, e si svolge libero, secondando il proprio impulso originario; ogni artista di genio nasce con la propria fisionomia, la quale fa sì ch'ei non somigli a nessun altro predecessore e a nessun altro contemporaneo.
Dal ragionamento introduttivo di Gabriele D'Annunzio all'opera La beata riva di Angelo Conti
Data la difficoltà di incontrare il capolavoro di Angelo Conti sul web, il Gabinetto Sperelli provvederà nel 2022 alla pubblicazione del testo sulle migliori piattaforme online.
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